La fine del Fast Fashion e il problema del reso

Fast Fashion | Benetton | Dematic | Fives

La fine del Fast Fashion
e il problema del reso

Dall’esplosione dell’e-commerce e dei resi alla valorizzazione del riuso e dei prodotti ricondizionati: ecco perché osservare le soluzioni presentate a INTRALOGISTICA ITALIA è un modo per cogliere l’evoluzione della società.

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INTRALOGISTICA ITALIA è la Fiera di riferimento per le tecnologie legate al movimento delle merci nei magazzini, ma non solo. In questi anni, infatti, le nuove tecnologie rappresentano dei driver di cambiamento radicali, che hanno ripercussioni sull’intera società. Così, attraverso le soluzioni presentate a INTRALOGISTICA ITALIA si può interpretare il cambiamento e cercare di capire come questo influirà sulla nostra vita di tutti i giorni.

Il digitale, per esempio, nella logistica vive di una sua contraddizione intrinseca: da un lato è “garanzia” di maggiore sostenibilità ottimizzando i processi, contenendo gli errori e assicurando diminuzione di input produttivi, dall’altro però è fattore abilitante di una rivoluzione dei consumi che tutto è tranne che amica della sostenibilità. 

Così, mentre molte soluzioni sono state sviluppate per accelerare la distribuzione e sostenere o addirittura abilitare l’e-commerce o il fast fashion, oggi ne vengono strutturate altre per gestire il rovescio della medaglia di tutto questo movimento e quindi i resi (che ci sono sempre stati, ma che con l’e-commerce sono esplosi). 
Così, guardando la realtà attraverso la lente degli investimenti compiuti nel mondo della logistica possiamo cogliere alcune tendenze che si stanno affermando nella società e che possono crescere impetuosamente.

Fast Fashion. Il problema della gestione dei resi

Fast fashion Vs ricondizionato,
così gira il vento

«Dai nostri clienti» – ci spiega Mauro CoronaSales Director Italy di Dematic – «ci arriva l’input che le abitudini di acquisto delle nuove generazioni stanno cambiando radicalmente.

Il fatto che il prodotto non sia distrutto, ma rientri nel circuito retail come ricondizionato sta infatti diventando un elemento di tendenza.

Oggi l’acquisto del prodotto usato o ricondizionato rappresenta un elemento distintivo, non più un gesto isolato o marginale. Questo fa sì che la gestione del reso, che sicuramente rientra in un’ottica di sostenibilità, diventi sempre più centrale anche per le aziende.

Mauro Corona, Direttore Commerciale di Dematic Italia

Per rispondere a questa esigenza si utilizza il pouch sorter (sorter a tasche) che, nato sulla piattaforma tecnologica originariamente sviluppata per la gestione del capo appeso, si è evoluto sostituendo il capo appeso con una tasca in cui è possibile introdurre degli oggetti. Progettato per gestire processi come quelli dell’e-commerce, è diventato uno strumento molto importante nel supportare la gestione del reso inizialmente nel retail/abbigliamento, ma oggi ancor più con la multicanalità e l’e-commerce. 
Un nostro cliente leader nel settore del lusso lo utilizza nel suo principale centro distributivo in Italia per gestire il canale e-commerce sfruttando il fatto che il Pouch Sorter rispetto alle classiche tecnologie di smistamento presenta una forte capacità di accumulo che consente di bufferizzare i prodotti, ricreare la sequenza corretta e portarlo alla stazione di riconfezionamento sia per la raccolta resi, sia per la riconsegna al retail».

(n.d.r.: per la precisione, gli smistatori a tasche Dematic sono un sistema di stoccaggio flessibile costituito da tasche sospese che scorrono su una guida aerea. Ogni tasca contiene un singolo articolo che può essere identificato dal suo tag di identificazione a radiofrequenza – RFID. Le tasche possono contenere oggetti di vario genere: indumenti piegati, scatole di scarpe, accessori, libri e articoli in generale. Gli articoli vengono introdotti nel Pouch sorter, che smista, sequenzia e trasporta le tasche con gli articoli alla stazione di confezionamento per il consolidamento e la successiva elaborazione.)

Zakariae Houadi, Sales Director | Fives Intralogistics SAS

Micro-fulfillment, i micro hub logistici di prossimità

«Oggi l’omnicanalità sta trasformando le abitudini di acquisto dei consumatori e contribuisce all’aumento delle vendite online, soprattutto nel settore dell’abbigliamento/moda – interviene Zakariae HouadiSales Director di Fives Intralogistics SAS – L’industria della moda è caratterizzata da sfide logistiche diverse da quelle di altri settori, tra cui la gestione dei resi e l’elevato turnover degli articoli. È proprio per questo che il magazzino sta sempre più diventando una necessità e soprattutto un centro nevralgico.
 

In questo contesto i magazzini connessi e automatizzati rappresentano uno dei criteri di differenziazione per i rivenditori che sono schiacciati tra la carenza di manodopera e le richieste di consumatori sempre più pretenziosi.

Micro Fulfillment - Fives

In questo senso una risposta ideale la dà l’automazione dei magazzini che aiuta a ottimizzare l’inventario e la gestione delle merci e a velocizzare la raccolta, la gestione e la consegna degli ordini. 
Il concetto di combinazione tra l’ottimizzazione del magazzino e l’automazione della preparazione degli ordini è chiamato micro-fulfillment, di cui Fives è uno dei principali protagonisti.
Nell’ambito della sua strategia di sviluppo, Fives sta, infatti, stabilendo partnership a lungo termine con altri attori chiave del micro-fulfillment, come AutoStore e CajaRobotics.

Proprio per questo i clienti dell’e-commerce, della vendita al dettaglio e dei 3PL si affidano a Fives per automatizzare i loro processi con soluzioni di trasporto, smistamento e case picking ad alta velocità. Questo perché, con le tecnologie complementari di Autostore e CajaRobotics, Fives è in grado di moltiplicare le sue soluzioni e migliorare la propria posizione nell’automazione omnicanale. In Fives crediamo che il micro-fulfillment sia il nuovo orizzonte dell’intralogistica, ed è per questo che stiamo investendo sempre di più in queste soluzioni innovative.”

La visione di Benetton

È sulla stessa linea d’onda Valentino SoldanHead of Logistic per il gruppo Benetton, che dimostra come i cambiamenti di oggi siano già stati abilitati da alcune scelte compiute dal gruppo anni fa.

«Questa azienda più di 40 anni fa ha concentrato la sua attività logistica nell’unico polo di Castrette di Villorba (TV), in pratica, tutto quello che viene gestito passa da qui, dove la merce arriva, viene imballata e distribuita in 80 paesi del mondo.

Il tutto con una velocità altissima dal momento che riusciamo ad essere in 2-3 giorni in un qualsiasi punto in Europa e non solo.

Valentino Soldan - Head of Logistics, Benetton

Assieme a questa scelta abilitativa c’è stato un percorso di automazione che Benetton ha iniziato più di 30 anni fa, prima nel magazzino del pick & pack e poi nel magazzino distributivo vero e proprio.
Inizialmente l’idea era quella di ottimizzare i costi, oggi però ci si è resi conto che l’automazione e la concentrazione che abbiamo attuato ci servono per essere più reattivi a fronte delle esigenze dei negozi. La logistica e il magazzino in questo senso diventano protagonisti del processo commerciale e rappresentano quel quid che ci aiuta a gestire una domanda difficilmente prevedibile che richiede reattività e agilità. Imprevedibilità che l’e-commerce ha aumentato esponenzialmente inasprendo picchi e valli, legandoli a fattori imperscrutabili rendendo indispensabile una automazione spinta».

Benetton - Autostore

«Il nostro esempio può essere molto significativo, – continua Soldan – prima della pandemia abbiamo deciso di gestire sempre in questo hub di Treviso anche tutto il flusso dell’e-commerce. L’abbiamo introdotto in maniera molto standard con un magazzino a terra, palmari, smartphone per girare, fare prelievi e consegnare i capi ai nostri clienti. 
Con l’arrivo del covid c’è stata una crescita esponenziale, la conseguenza naturale è stata quella di automatizzare anche questo processo, abbiamo finito i lavori nel giugno del 2022. Il risultato è stato l’introduzione della tecnologia Autostore, una gabbia di alluminio alta 5 metri con all’interno scatole di plastica impilate una dentro l’altra, e con una cinquantina di robot che corrono sul tetto, prelevano le scatole e le portano al personale che sta alla baia di carico. I capi sono sequenziati esattamente come nell’ordine senza che siano previsti ulteriori passaggi intermedi. Il risultato è impressionante, l’anno scorso abbiamo evaso il picco del black friday in 10-12 giorni, quest’anno in 3».

La gestione del reso, una leva per l’automazione anche prima dell’e-commerce

«Proprio perché è impattante, il reso rappresenta un’altra delle leve che spingeva verso l’automazione, anche quando ancora non si parlava di e-commerce, – sottolinea Mauro Corona, – se compio un errore genero un reso o una perdita, se spedisco un pezzo in più, ho perso un pezzo, mentre se il cliente decide di renderlo ho un reso e quindi un problema.

Da questo punto di vista uno dei settori che ha meno problemi è il grocery in cui hai zero reso, inoltre, gli ordini sono prevedibili e quindi i player sanno che il cliente che fa la spesa online ha un pacchetto di prodotti che ordinerà tutte le settimane, ha previsione di carico di lavoro e di consegne e ha solo vantaggi perché li gestisce alleggerendo le attività del negozio. Tutt’altra storia rispetto al mondo della moda».

L’automazione inoltre rappresenta un vantaggio anche in termini di sostenibilità: c’è un efficientamento dei processi, ci sono tecnologie che sono in grado di recuperare energia (come i trasloelevatori dalle frenate), altri che tramite sistemi di controllo monitorano lo stato di carico delle linee e le fermano quando non ci sono pacchi in transito. Ulteriori passaggi decisivi poi sono quelli di sostituire i più tradizionali e rigidi conveyor con i più flessibili AMR più configurabili ed efficienti e quelli di passare a movimentare colli invece che pallet, con movimenti più precisi e con un enorme risparmio energetico.

L’aspetto di sostenibilità passa dall’azzerare (o tendere a zero) i resi, che poi non possono essere distrutti, ma vanno reintrodotti nel circuito distributivo, oppure ridurre i costi di trasporto tramite uno sforzo distributivo più capillare, centri distributivi più piccoli e diffusi in grado di evadere gli ordini con più velocità e semplicità abbassando i costi di trasporto (perché più vicini).

Fabio Sacchi, New Application Director di Fives Intralogistics SPA

La tecnologia cross belt

«Con la tecnologia cross belt inventata da noi agli inizi degli anni ‘80, abbiamo automatizzato decine di magazzini del settore del Fashion in tutto il mondo» aggiunge Fabio SacchiNew Application Director di Fives Intralogistics SPA. Partendo dai nastri trasportatori del sorter GENI-Belt, Fives ha deciso di sviluppare una soluzione tecnologica più semplificata e versatile, in grado di aumentare l’efficienza e la produttività anche dei magazzini che dispongono di aree più ridotte e hanno necessità di un’automazione agile per rispondere a variazioni repentine dei flussi o cambiamenti di un mercato particolarmente mutevole. È nata così la nuova tecnologia robotizzata GENI-Ant basata su veicoli mobili indipendenti (AMR).”

Fives GENI-Ant robotic sorter (scatole di scarpe)

Un sistema modulare ultracompatto, che occupa un’area molto ridotta del magazzino, se paragonato ai sistemi di smistamento tradizionali, e che è in grado di smistare flussi significativi di oggetti su un alto numero di destinazioni in modo del tutto automatico.
Si tratta di un impianto di semplice installazione che si adatta a qualsiasi vincolo strutturale dell’edificio, può essere riconfigurato e anche spostato da un magazzino all’altro, se necessario, con semplicità e in tempi brevi.

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Oltre a essere rimodulabile, questo tipo di AMR è scalabile, cioè la sua capacità può essere facilmente aumentata per adeguare la produttività del magazzino alle fluttuazioni delle vendite e sostenere incrementi di volumi dovuti ai picchi tipici di questo settore, che non sono più solo stagionali, ma possono anche ripetersi frequentemente all’interno di periodi più brevi.
Si tenga conto che la tecnologia di smistamento automatico cross belt è utilizzata dalle principali società Retail e 3PL del settore del Fashion & Luxury fin dagli anni ’90 per movimentare linee di abbigliamento, calzature e accessori dei marchi italiani e soddisfare le esigenze di consumatori particolarmente esigenti.

AutoStore

Il giusto partner per le migliori scelte tecnologiche

«Come Benetton tutto questo è all’ordine del giorno, – conclude Soldan – ma andiamo per ordine: relativamente all’automazione per Benetton, data la quantità di merci vendute il problema non si pone, sarebbe folle non andare in quella direzione (un milione di colli l’anno tramite e-commerce e 2-3 milioni per il riassortimento dei negozi). La scelta però, dal mio punto di vista, è scontata per chiunque. Il problema non è se introdurre elementi di automazione, il problema è come e quali inserire, è trovare il giusto partner che sappia guidarti alla scelta delle tecnologie migliori per le tue esigenze, sia tu PMI o grande impresa.»

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«Dal punto di vista della gestione del reso il riuso è un punto di arrivo, doveroso per tutte le aziende e per tutti i cittadini. Anche qui però vi è grande complessità da gestire. Dal punto di vista ambientale bisogna stare attenti perché spostare le merci ha un impatto importante e per quanto grandi o importanti siano i tuoi partner nessuno ha una flotta che non impatta, quindi anche re-immettere merci nel circuito ha un costo ambientale importante. Noi stiamo cercando soluzioni con partner che abbiano flotte elettriche o a gas naturale liquido, ma non troviamo nessuno. Dal punto di vista pratico invece è tutta una questione di software. Il ricondizionamento viene “compiuto” a mano, ma poi la reintroduzione nel ciclo produttivo rimane all’interno del magazzino dove i capi re-inseriti “vengono” ripescati quando richiesti dal sistema che va a prenderli là dove sono stati stoccati. Tenga presente che anche qui, soprattutto nell’e-commerce, la disponibilità del reso è una potente leva commerciale; infatti, quanto più sono reintrodotti velocemente quanto più possono apportare nuovo valore all’azienda».

L’intralogistica è un fattore abilitante, risolve problemi e crea le condizioni perché si realizzino i processi, i modelli produttivi e quelli di business di imprenditori e industriali di tutto il mondo. Rappresenta inoltre il punto di caduta di moltissime tecnologie che attraverso attenti processi di technology transfer sono riadattate e utilizzate all’interno dei nostri magazzini.

Questo blog, lanciato e curato da INTRALOGISTICA ITALIA, si pone come il luogo dove questi due aspetti si ritrovano. Analizzeremo l’evoluzione dei settori a cui le aziende provider offrono prodotti e soluzioni di nuova generazione. Lo faremo scandagliando le nuove tecnologie cercando di capire come i singoli provider le stanno declinando nell’ottica di offrire un servizio sempre migliore ai propri clienti.

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