Osservatorio Contract Logistics:
la parola a Marco Melacini, professore di Logistic Management
al Politecnico di Milano

Le tendenze
dell'Intralogistica

10 minuti di lettura

Intervista a Marco Melacini, professore di Logistic Management al Politecnico di Milano e Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet”, partner di INTRALOGISTICA ITALIA 2025.

L’intralogistica è al centro di una trasformazione profonda, spinta dall’automazione e dalla necessità di maggiore flessibilità operativa. Abbiamo intervistato Marco Melacini, professore di Logistic Management al Politecnico di Milano per comprendere quali siano le principali tendenze che stanno plasmando il settore e come le aziende possano affrontare le nuove sfide tecnologiche.

È un primo incontro in attesa di assistere all’evento organizzato dagli esperti dell’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” a INTRALOGISTICA ITALIA a fine maggio.

Prof. Marco Melacini - Responsabile Scientifico dell'Osservatorio Contract Logistics | Politecnico di Milano
Politecnico di Milano

Investimenti in Automazione

«Come Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” abbiamo effettuato una survey per capire quale fosse l’interesse delle aziende di aumentare la spesa in automazione nei prossimi tre anni. I risultati hanno evidenziato che circa il 70% delle aziende intervistate intende investire in automazione, un trend che coinvolge realtà grandi, medie e piccole (sopra i 250 milioni di fatturato, tra i 50 e i 250 milioni o sotto i 50 milioni).
Analizzando i risultati emergono però alcune differenze significative, le aziende più piccole sono particolarmente attente alla loro capacità di stoccaggio, non dovendo gestire grandi volumi. Nel loro caso l’interesse principale riguarda l’ottimizzazione dello spazio a disposizione per lo sviluppo del magazzino senza intaccare o addirittura dando ulteriore spazio alla produzione.

Con il crescere del fatturato aumenta la rilevanza del picking, e si guarda all’automazione per le diverse attività.

Un esempio emblematico è quello del packaging on demand che permette di ridurre gli sprechi di materiale producendo imballaggi su misura. Un tipo di automazione che è giustificabile ed economicamente sostenibile solamente al di sopra di certi volumi e quindi di una certa dimensione aziendale.

È il primo trend che abbiamo identificato, l’automazione rappresenta una leva strategica per la gran parte delle aziende, consentendo di ottimizzare le operazioni e di rispondere più rapidamente alle esigenze del mercato.

Grafico investimenti
Fonte: Osservatorio Contractor Logistics - Politecnico di Milano
Base dati survey estensiva (800 rispondenti)

Le declinazioni pratiche dell’automazione

Oggi l’automazione non comporta una sostituzione totale delle tecnologie esistenti, ma piuttosto un’integrazione. In questo senso anche una tecnologia che oggi potrebbe essere considerata tradizionale come il miniload AS/RS (Automated Storage and retrieval system), continua ad avere la sua utilità in contesti specifici. Tuttavia, è chiaro che in alcuni contesti, dove la flessibilità e la velocità di ciclo è importante si stanno affermando nuove soluzioni come gli Shuttle.

Negli ultimi anni la tendenza più evidente è lo sviluppo della tecnologia Shuttle che cresce di flessibilità passando da un sistema che lavorava in una sola direzione, a sistemi bidirezionali fino a sistemi che scalano le scaffalature (anche con movimenti praticamente in diagonale).

La particolarità di questi sistemi shuttle è che stanno uscendo dall’area di stoccaggio per andare a integrarsi con altre parti del magazzino e diventare strumenti chiave per completare diverse operazioni. Non a caso vediamo sempre di più l’utilizzo di AMR (Autonomous Mobile Robot) per andare ad alimentare stazioni di picking che siano manuali o automatiche. Lo sviluppo di AMR e più in generale dei sistemi di robot autonomi risponde all’esigenza di flessibilità e di efficienza oggi ricercata da aziende di ogni dimensione. È questa la chiave attraverso la quale leggere tutte le tecnologie introdotte recentemente dai fornitori.

Human centric: la tecnologia al servizio delle persone

Due ulteriori trend innovativi riguardano sostenibilità e modello di acquisto o di utilizzo dell’automazione.

Per quanto riguarda la sostenibilità, si sta affermando il concetto di human centric, dove la tecnologia è costruita attorno alla persona.

In passato l’automazione puntava a sostituire compiti faticosi. Oggi si punta a progettare tecnologie che riducano sia lo sforzo fisico sia quello cognitivo, migliorando l’esperienza dei lavoratori nelle operazioni quotidiane, c’è quindi un’attentissima progettazione nelle stazioni di picking o nella modalità di svolgimento dell’attività di picking. Questo è un elemento importante e le aziende stanno cercando di capire quali sono le variabili su cui agire per costruire questo approccio human centric. Penso che nei prossimi anni vedremo numerose applicazioni che mi auguro si potranno toccare con mano già in Fiera a INTRALOGISTICA ITALIA il prossimo maggio.

Human Centric Software
RAAS | Robot-as-a-service

RAAS, Robot-as-a-service: 
una soluzione da costruire

L’altra tendenza ancora in fase iniziale che ritengo sarà di aiuto per lo sviluppo dell’automazione è il robot as a service, un vero e proprio cambio di paradigma.  RAAS, ovvero Robot as a Service, è un nuovo modello che permette alle aziende di “noleggiare” robot e tecnologie automatizzate, invece di acquistarle. Questo approccio garantisce maggiore flessibilità e riduce l’investimento iniziale, rendendo l’automazione più accessibile, soprattutto per le PMI. Invece di avere una soluzione di automazione ad alto Capex (spesa in capitale) e a basso Opex (spesa operativa) vi è una soluzione a maggiore Opex e a Capex ridotto. In questo caso il vantaggio non è solo finanziario, nel trasformare e ridurre l’investimento iniziale, ma rappresenta un vantaggio di flessibilità. Questo perché consente di seguire i picchi di domanda, in maniera analoga a quanto si è fatto per le soluzioni di noleggio operativo dei carrelli (e permette di non immobilizzare capitali su tecnologie destinate a evolversi molto velocemente).

Costruire una soluzione di robot as a service non è però facile per le aziende perché, per definire un prezzo corretto, i fornitori devono avere una perfetta conoscenza della macchina e di come questa è utilizzata, del tasso di guasto e delle politiche di manutenzione. È proprio per questo che siamo all’inizio, perché da una parte i fornitori stanno capendo la value proposition del modello e determinando i parametri chiave per mantenere la giusta profittabilità; dall’altra i clienti stanno cercando di capire come utilizzare questa nuova opportunità.

Personalmente ritengo che la soluzione robot-as-a-service possa ridurre le barriere all’automazione per le PMI o comunque per tutte quelle imprese che hanno esigenze spinte di flessibilità. La precondizione è che i fornitori di servizi e di tecnologia, riescano a costruire una value proposition che giustifichi questo modello.

Con l’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” abbiamo individuato e stiamo studiando 5 casi concreti, con fornitori di tecnologie e ambiti di applicazione diversi. È bene evidenziare innanzitutto come il mercato stia ancora definendo quale sia il prezzo del servizio, come secondo punto è evidente che  un cambio di mix tra capex opex, non vuol dire “abbassare il prezzo”. Vuol dire permettere che le aziende paghino per quanto utilizzano senza avere la preoccupazione di sfruttare la tecnologia per tutta la sua vita, indubbiamente un importante elemento di flessibilità, soprattutto per le PMI.
Osservatorio Contract Logistics - Presentazione dei risultati

NDR: La questione del Raas è molto dibattuta. Da un lato le PMI possono accedere a tecnologie importanti con investimenti iniziali limitati, possono utilizzare tecnologie all’avanguardia per brevi periodi di tempo, quindi senza legarsi a tecnologie che cambiano molto velocemente. I fornitori però, per mantenere costi bassi, devono riuscire a ottimizzare l’occupazione di queste macchine; quindi devono riuscire a offrire servizi a settori che abbiano momenti di picco – quindi esigenze di flessibilità – in momenti diversi dell’anno. Banalizzando, il Black Friday e il periodo delle feste di Natale rappresentano picchi stagionali per una serie di settori, ma le aziende devono aver la possibilità di far lavorare questi robot anche nel resto dell’anno con continuità.

Altro problema è quello dell’integrazione: si deve poter inserire una tecnologia totalmente interoperabile, plug&play esattamente come fosse un software, senza attriti, l’azienda deve poterla sfruttare da subito al 100%. Una bella sfida per aziende e fornitori. che in questo caso si potrebbero legare in maniera molto più solida che in passato, trasformando la relazione da fornitura a partnership.

E-commerce

Le soluzioni RAAS per l’evoluzione dell’e-commerce potrebbero rappresentare un elemento di grande utilità nel momento in cui non vengano interpretate come sostitutive di un investimento, ma come elemento di completamento della capacità operativa. Quindi potrebbero innestarsi, come già accade oggi in molte scelte logistiche, su una base di capacità operativa comprata dalla singola realtà nei momenti di bisogno.

Altro fattore importante è la ricchezza di dati e la centralità della gestione delle informazioni che questa tecnologia porta, perché il fornitore deve inserirsi perfettamente nei meccanismi aziendali e deve conoscere molto bene e monitorare costantemente, non solo il funzionamento delle sue macchine, ma anche il modello di business del cliente e avere accesso ai suoi dati (limitatamente a quello che è l’inserimento delle tecnologie richieste).

Online Shop

La velocità e il trade off con la sostenibilità

Sul concetto di velocità ci sono molte riflessioni in corso (basta vedere la campagna di Amazon con lo sconto in caso di consegna differita, ndr) proprio per il trade off tra sostenibilità logistica e velocità. Oggi, secondo me, è più importante la capacità di rispettare le promesse fatte, piuttosto che essere veloci a consegnare di per sé. Questo perché non in tutti i settori è importante consegnare la merce in due giorni, mentre è importante rispettare quel che si promette e mantenere le aspettative.

La velocità permette di essere più reattivo, è velocità potenziale, che aiuta a essere puntuale sempre, anche in caso di emergenza e quindi di rispettare i tempi di consegna.

È fondamentale essere capaci di rispettare le scadenze, e gestire le emergenze in quel senso. Importante per i consumatori, ma ancor di più per le industrie e le linee di montaggio. Quindi la capacità di essere puntuale aiuta tutti a pianificare – e questo ha ancora più valore, a mio parere, della velocità. La velocità serve quando non c’è capacità di pianificazione del cliente.

Il Politecnico di Milano 
a INTRALOGISTICA ITALIA 2025

Il Politecnico di Milano è uno dei partner strategici di INTRALOGISTICA ITALIA e come tale, con gli esperti dell’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet”, organizzerà un evento in Fiera.

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