Intralogistica: una sfida continua

Il Pay per Use avanza
nell'intralogistica

La servitizzazione sta sempre più penetrando in ogni settore industriale; anche quelli più tradizionali o restii, come quello delle macchine agricole, si stanno arrendendo di fronte alla “rivoluzione dei dati”, il vero agente abilitatore di questo cambiamento.

Come INTRALOGISTICA ITALIA non possiamo non seguire questa trasformazione, che contribuisce a spostare il valore aggiunto dal silicio fino ai dati e che, oltre ad aprire importanti opportunità di mercato, potrebbe fare la fortuna delle PMI in grado, finalmente, di utilizzare le stesse tecnologie delle grandi imprese.

3 minuti di lettura

Ne parliamo con Andrea Lusvardi, General Manager di Errevi Automation Srl

RAAS (Robotic As A Service) è un acronimo utilizzato per individuare un modello di business già largamente diffuso in vari settori – incluso il materials handling – che consente di utilizzare una soluzione in modalità pay per use senza effetto sui CAPEX aziendali e senza la rigidità di un investimento. La possibilità di un canone mensile, scalabile nel tempo, rappresenta inoltre un deterrente potente alla naturale resistenza a tecnologie innovative.

Quali sono le evoluzioni della robotica che rendono possibile questa soluzione?

«La diffusione delle soluzioni automatiche ha determinato l’industrializzazione e standardizzazione della maggior parte dei dispositivi “intelligenti” che le compongono.

La personalizzazione delle applicazioni per tecnologie quali AGV, AMR, CTU, Shuttles avviene sempre meno attraverso la specifica progettazione/customizzazione hardware e sempre più attraverso soluzioni WCS che, come direttori d’orchestra immaginari, dirigono PLC sempre più recettivi e di facile configurazione.

Anche la manutenzione della maggior parte delle soluzioni robotiche è diventata semplice, veloce e spesso basata sulla sostituzione on site dei componenti soggetti ad usura».

Andrea Lusvardi | General Manager, Errevi Automation srl

Qual è la dimensione di scala che rende interessante questa soluzione (da quale dimensione di impresa risulta una soluzione possibile/utile)?

«Sarebbe naturale individuare come più probabile bacino di utenza la PMI dove spesso la necessità di ricorrere a soluzioni logistiche automatizzate si scontra con la barriera rappresentata da investimenti rilevanti. 

In realtà in Errevi Automation Srl pensiamo che la diffusione della soluzione diventerà trasversale alla dimensione aziendale e resa attraente dalla necessità di flessibilità, modularità, velocità, convertibilità. Anche soluzioni miste, investimento più pay per use potrebbero diventare ideali per grandi aziende che decidono di affrontare i periodi di picco di attività facendo ricorso all’inserimento di unità addizionali tarando invece l’investimento sul livello di attività normale.

 

Le 3PL poi potrebbero offrire soluzioni chiavi in mano ai loro committenti anche a fronte di contratti con durate che normalmente non giustificherebbero gli investimenti in automazione.

Non dimensione, quindi, ma gestione del rischio e ricerca della massima sostenibilità».

Quali le tipologie di robot che possono essere veramente resi “as a service” e quali gli investimenti e le tecnologie che vanno introdotti per abilitare questa opportunità?

«Dimensioni, trasportabilità, scalabilità sono le caratteristiche che portano ad individuare negli AGV, AMR, CTU i candidati ideali a condurre la “Rivoluzione” RAAS. Questi dispositivi spesso longevi come i predecessori a conduzione umana ben si prestano ad una seconda vita e saranno probabilmente i primi ad alimentare in futuro anche un mercato dell’usato per applicazioni meno esigenti da un punto di vista di performance.

Riteniamo però che anche le soluzioni “goods-to-person” a basso impatto infrastrutturale (racks mobili di non grandi dimensioni) possano presto diventare attraenti con la formula del noleggio consentendo veloci POC, scalabilità indolore sulla continuità dei processi logistici e rapidità d’implementazione».

Quali sono le evoluzioni della robotica in ambito intralogistica, che pensate si potranno sviluppare in un prossimo futuro e su cosa state lavorando in prospettiva (ritenete che si vada verso una velocità sempre maggiore o che si stia lavorando su KPI diversi?)

«Mentre la velocità delle operazioni rappresenta un indicatore sul quale è abbastanza facile intervenire anche soltanto con l’aggiunta di dispositivi automatici e aggiustamenti software, il periodo post pandemico ha evidenziato quanto la prevedibilità e la tracciabilità delle spedizioni rappresenti la vera discriminante per le scelte del consumatore finale. Una tracciabilità che non si esaurisce con la consegna, ma si estende al processo di reso e presenta anche ampi spazi di miglioramento alla ricerca dei quali Errevi sta dedicando risorse importanti.

L’AI giocherà inoltre un ruolo rilevante sulla capacità di mantenere livelli soddisfacenti e sempre più alti di disponibilità ed affidabilità delle soluzioni automatiche, KPI a cui i committenti sempre più fanno riferimento nel processo decisionale che riguarda introduzione di soluzioni di automazione logistiche».

Magazzino Miniload con AMR

Qual è il progetto più interessante su cui state lavorando?

«Quello che ci sarà richiesto domani! La nostra indole di “sarti” dell’automazione origina una curiosità che necessità soddisfazione dalle sfide che ogni giorno i nostri clienti ci pongono. Abbiamo soluzioni di nostra progettazione e produzione ed una vastità di collaborazione con fornitori internazionali di tecnologia che assieme alla competenza delle nostre persone e con il coordinamento del nostro WCS ci consentono di risolvere con l’automazione i processi più disparati.

Siamo molto orgogliosi di 2 impianti goods-to-person con l’utilizzo di tecnologia Exotec integrata con nostre soluzioni di convogliamento e fine linea che stiamo consegnando a players internazionali in Italia.

Con la combinazione di tecnologia Tralso, navette ad induzione di nostra produzione, sorting stiamo completando un complesso ed innovativo impianto per la decantazione dei colli e la formazione dei pallet per la spedizione ai negozi nella GDO in ambiente a 2 gradi.».

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