AMR e RAAS (robot-as-a-service): magazzini automatici, un’opportunità per le PMI e per il Paese

LogisticSquare - Febbraio 2023 | AMR: una grande opportunità per le PMI e per il Paese

AMR e RAAS (Robot-as-a-service):
magazzini automatici, un'opportunità 
per le PMI e per il Paese

Per l’e-commerce di Decathlon l’introduzione degli autonomous mobile robot ha migliorato il livello di servizio del 10%, numeri importanti che ne giustificano l’adozione. Ecco perché l’organizzazione aziendale ha il dovere di evolversi accompagnando l’adozione di nuove tecnologie.

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Maurizio Traversa è il CEO di Eurofork, ha una sua visione precisa del mercato ed è fermamente convinto che l’ecosistema tecnologico innovativo che si sta sviluppando in questi anni rappresenti un’importante opportunità per la sua azienda, ma soprattutto per il sistema Paese Italia.

«Amazon ha aperto il mercato dei corrieri e delle consegne, così oggi anche le PMI italiane – (che rappresentano un indubitabile punto di forza del sistema industriale italiano, ndr.) – possono entrare direttamente nel mercato bypassando le grandi piattaforme. Vuol dire andare direttamente sul cliente riconquistando quei margini che sembravano definitivamente persi».

Maurizio Traversa - Eurofork

In questa visione, gli investimenti nell’automazione logistica non rappresentano più una barriera per le PMI. Grazie alla fruibilità della tecnologia, le aziende possono trovare economie di scala e grande efficienza anche nei processi industriali e distributivi interni raggiungendo, anche in questo ambito, i livelli delle grandi imprese.

Il ruolo degli AMR

La soluzione sono gli AMR (autonomous mobile robot). «Investimenti contenuti stand alone ti permettono di automatizzare a livello di e-commerce tutto quello che riguarda la gestione del picking. Bastano investimenti anche sotto il milione di Euro per costruire un sistema in cui i robot, collegandosi con qualsiasi ERP, possono ottimizzare le attività di prelievo e refilling garantendo rapidità ed efficienza nell’evasione degli ordini. E, continua Traversa, sono in grado di gestire picchi elevatissimi –essendo flessibili, possono svolgere più mansioni–, nonché essere aumentati o diminuiti (come numero) in caso di necessità».

In pratica la profondità della rete, la capacità quindi di allargare nicchie di mercato e di puntare a un mercato globale, darebbe la possibilità ai produttori italiani di qualità di utilizzare non solo le grandi piattaforme, ma di costruire e gestire anche in autonomia un sistema di e-commerce. Il tutto a costi contenuti.

Uno schema sulla carta perfetto, che forse sopravvaluta la capacità di penetrazione della rete, dove per le piccole realtà è davvero difficile emergere. Se è vero quindi che i costi di gestione dei magazzini e del trasporto sono scalabili e affrontabili, il problema rimarrebbe la capacità di farsi conoscere nella vastità della rete, cosa che però non discuteremo certo su questo blog.

Software e servizi al centro

«Dal nostro punto di vista, specifica Traversa, siamo dei distributori e non dei system integrator. Produrre i robot per una realtà come la nostra non avrebbe davvero senso, mentre è molto interessante concentrarsi sui software e sull’assistenza per i progetti in cui si inseriscono gli AMR.
L’AMR fine a sé stesso può rivelarsi una commodity, la cosa importante sono il software ed i servizi che riusciamo a collegarci. Per questo abbiamo deciso di creare al servizio delle PMI una struttura con 24 softwaristi e 30 persone che lavorano a tempo pieno sui servizi ed offrono un’assistenza h24. Riusciamo a fare corsi sulle macchine, sulla componentistica gestiamo la manutenzione programmata, ma sul software dobbiamo intervenire direttamente noi e lo facciamo con tempi che in Italia vanno tra le 2 e le 8 ore.
Come Eurofork abbiamo queste competenze e ci mettiamo in gioco in questo ambito. Siamo dei solution maker, vediamo i trend, li cavalchiamo e da remoto riusciamo a gestire macchine in tutto il mondo.
Però per dare idea di quanto il modello funzioni, fatturiamo per l’80% fuori dall’Italia e per il 50% fuori dall’Europa».

Anche in questo caso l’idea è che l’innovazione tecnologica porti al reshoring: «tra il produrre in Italia o in qualsiasi altra parte del mondo ormai c’è poca differenza di costo, al massimo lo 0,5 / 1%, e con l’automazione non conviene più delocalizzare. Poi ci sono i problemi degli approvvigionamenti, della carenza dei componenti.
Ma ormai la chiave è aumentare l’efficienza e la scalabilità e gli AMR in questo senso sono una garanzia. Tenendo conto che l’automazione più spinta, quella che vorrebbe lavorare nel picking eliminando i lavoratori (o quasi), in Italia non ha senso. Quel modello, infatti, diventa efficiente solo con volumi che quasi nessuna azienda italiana raggiunge.

«Un caso di e-commerce di successo? – conclude Traversa – un’azienda che distribuisce apparecchi medicali che vanno nelle farmacie e nelle parafarmacie, riesce a gestire 200 righe d’ordine l’ora con tre persone che dalle loro nuove postazioni ergonomiche gestiscono l’evasione degli articoli in modo facile ed intuitivo.

Marco Lazzaretti - Decathlon
Le suggestioni che a volte diventano provocazioni di Traversa trovano una piena conferma nel caso di Decathlon presentatoci da Marco Lazzerotti, Country Logistic Manager.

«Abbiamo automatizzato la piattaforma e-commerce del sito logistico di Caserta implementando gli AGV con Geek+, robot in grado di muovere scaffali che ci aiutano nella gestione dello stock, nel picking degli ordini e-commerce e più in generale a migliorare la qualità del servizio». «I risultati – continua Lazzerotti – sono evidenti, non solo in termini di efficienza, ma anche relativamente a qualità del servizio.

Grazie alla combinazione degli AGV connessi con il nostro gestionale e ad altri sistemi interattivi, come il pick to light (led che installati direttamente sugli scaffali si illuminano indicando la posizione esatta e la quantità richiesta da prelevare), si riduce la variabile dell’operatore, si limitano gli errori e si standardizza il gesto. Così l’operatore si riesce a concentrare meglio su altri aspetti del processo.

Grazie all’intelligenza dei diversi sistemi, l’errore dell’operatore si è ridotto e se dovessimo fare un confronto con l’attività manuale, possiamo dire che nel passare all’automazione collaborativa abbiamo migliorato il nostro livello di servizio più del 10%, a parità di condizioni».

La trasformazione degli operatori

Toccando il tema delle competenze e della difficoltà a gestire il passaggio, Lazzerotti è molto sicuro: «Tutto il mondo dell’intralogistica si sta muovendo verso un upskilling o reskilling degli operatori: nel passaggio da un gesto manuale ad interfacciarsi con robot e sistemi automatizzati cambiano le competenze. Utilizzando più la testa e meno braccia e gambe, i collaboratori riescono a creare più valore con livelli maggiori di soddisfazione professionale e personale.

 

Per la nostra entità abbiamo organizzato corsi di formazione, ma la verità è che le interfacce sono molto semplici e il livello di apprendimento è molto alto e veloce poiché i nuovi strumenti sono molto simili ai tablet o agli smartphone che usiamo tutti i giorni. In più, nella nostra esperienza non abbiamo mai incontrato collaboratori che non si siano dimostrati in grado di utilizzarli o che apparissero particolarmente preoccupati per il cambiamento, anzi, una volta sperimentati i nuovi strumenti non si vuole tornare indietro».

È inoltre interessante analizzare la relazione fornitore-utente partendo dal punto di vista dell’utente e anche qui il caso Decathlon conferma l’esperienza di Eurofork:
«Non si comprano solo dei robot ma si compra un impianto complesso. Si acquistano robot e il sistema che li governa e il fornitore dell’impianto, che ricevuti i nostri dati, sviluppa il software per gestire i robot e le missioni sulla base delle nostre esigenze. Poi, ovviamente, sono fornite indicazioni e consigli con dashboard che evidenziano possibili soluzioni per efficientare i nostri processi. Insomma riceviamo informazioni che ci suggeriscono come migliorare continuamente.»

Assistenza remota, assistenza onsite

Per quanto riguarda l’assistenza nel caso di Decathlon c’è quella da remoto e quella on site.
«Quest’ultima è importante, conclude Lazzerotti, ma non fondamentale dal momento che non tutti i robot sono sempre necessari. A differenza di un convogliatore lungo 1-2 km dove, se si ferma un rullo si ferma l’impianto, qui tutti i robot sono intercambiabili e, nel caso in cui se ne dovesse fermare uno, gli altri continuano a svolgere i compiti che sono stati loro assegnati. Probabilmente diminuisce il livello di efficienza, ma il flusso non si interrompe e se non sei in un momento di alta attività il tuo livello di servizio rimane alto.»

Robot-as-a-service

In prospettiva – conferma l’idea su cui sta lavorando Traversa – si arriverà ad avere il raas (robot as a service) con il noleggio dei robot per brevi periodi. L’unico limite che vedo è la variabile delle workstation che effettivamente non sono altrettanto flessibili per brevi periodi. 
In conclusione, quello che emerge è che con queste nuove tecnologie l’organizzazione dei magazzini deve evolvere con l’automazione, riorganizzando i processi così che la collaborazione tra uomo e macchina sia quanto più efficiente e qualitativa. Se i robot riescono infatti a lavorare in ogni momento, si può sfruttare questa qualità programmando dei turni adeguati, non solo, la flessibilità del sistema permette di convogliarli per gestire dei picchi, ma anche di far loro svolgere compiti diversi a seconda dei momenti della giornata e delle necessità.

 

Flessibilità e scalabilità sono le caratteristiche principali che si completano con una gestione ottimale dei data nel momento in cui si riuscisse a coordinare non solo il flusso di lavoro dentro l’area dei robot, ma anche a monte e a valle, collegando il sistema dati dei robot con l’ERP e con il WMS aziendale.

Geek+
Non è un caso se in conclusione dell’intervista Lazzerotti confessa: «Il tema dei dati sarà sicuramente al centro dei nostri prossimi investimenti. Parlando di online, nel mercato italiano lavoriamo su una media di 10mila ordini al giorno, un flusso di dati e informazioni davvero importante che abbiamo la responsabilità di gestire al meglio!»

 

Anche di questo continueremo a parlare nei prossimi mesi sul nostro blog e sui canali di INTRALOGISTICA ITALIA che con i suoi partner e i ricchi eventi vi aspetta a Milano nel 2025.

L’intralogistica è un fattore abilitante, risolve problemi e crea le condizioni perché si realizzino i processi, i modelli produttivi e quelli di business di imprenditori e industriali di tutto il mondo. Rappresenta inoltre il punto di caduta di moltissime tecnologie che attraverso attenti processi di technology transfer sono riadattate e utilizzate all’interno dei nostri magazzini.

Questo blog, lanciato e curato da INTRALOGISTICA ITALIA, si pone come il luogo dove questi due aspetti si ritrovano. Analizzeremo l’evoluzione dei settori a cui le aziende provider offrono prodotti e soluzioni di nuova generazione. Lo faremo scandagliando le nuove tecnologie cercando di capire come i singoli provider le stanno declinando nell’ottica di offrire un servizio sempre migliore ai propri clienti.

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